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Gli Artisti Del Millennio #78: USHER

Gli Artisti Del Millennio #77: LIBERTINES

King Of R&B“, “Mr. Entertainment“, Sex-symbol, attore, ballerino e icona maschile dell’r’n’b di inizio millennio, vive una carriera fertile già nei 90s ma quando il singolo “Yeah” e l’album Confessions (’04) diventano un caso mondiale diventa celebre persino in Italia, un paese dove la black music è poco più che una curiosità. Erede di Barry White, Marvin Gaye, Stevie Wonder e Michael Jackson, padre dei vari Bruno Mars e The Weeknd, è l’ennesimo tentativo di rendere moderno il suono black statunitense, da un’angolazione meno soul di D’Angelo. A distanza di tre lustri non ha mai replicato quel clamoroso successo.

Inizia a cantare a 12 anni ed esordisce 16-enne con Usher (’94), un album comprensibilmente acerbo. Con My Way (’97), un album da 8 milioni di copie; esplode il successo, confermato con 8701 (’01), un bestseller da 8 milioni di copie trainato da “U Remind Me” e “U Got It Bad” che gli vale anche 2 Grammy. Cresciuto come artista e come uomo, adesso alterna pose sensuali a slanci erotici, coprendo l’intero spettro del pop nero statunitense, tranne quello più hip-hop. Viene meno alla mancanza con Confessions (’04), un caso commerciale: negli Usa è secondo solo a The Marshall Mathers LP fra gli album più venduti del decennio. Con 20 milioni di copie, è l’album che cristallizza l’epoca d’oro dell’urban, quel melange di pop-rap, r’n’b, quiet-storm, hip-hop e musica latina in cui lui è un fuoriclasse (è l’anno di “Hey Ya!”, “Drop It Like It’s Hot”, “Lean Back”, “Goodies”). Il singolo tamarrissimo “Yeah” gli spalanca un successo planetario e ingloba l’estetica hip-hop più grezza, grazie alla coppia Lil Jon e Ludacris. Di più, l’impatto è tale da risollevare il mercato discografico dalla crisi, almeno per il 2004. Come tutti i buffet buoni per tutti i gusti, c’è solo da scegliere quello adatto alle proprie orecchie e lasciar stare il resto. Here I Stand (’08), a confronto, è un flop commerciale (5 mln), ma è un declino inesorabile quello che segue, anche a causa di una monotonia di fondo insostenibile. Le vendite di Hard II Love (’16), il suo ottavo album, si contano in decine di migliaia.

Il successo commerciale è sensazionale: 75 di dischi venduti, 9 volte in cima a Billboard, 8 Grammy, 18 Billboard Music Awards. Metascore ballerino, mai sopra 75, e peraltro solo con i lavori più recenti generoso. Inspiegabile, visto che il meglio corrisponde ai successi commerciali.

Classificazione: 1 su 5.

Gli Artisti Del Millennio #79: THE RAPTURE

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